
In collaborazione con Zero, una serie di appuntamenti volti alla creazione di un “club dei quartieri” per presentare i migliori contenuti – legati alle aree tematiche di Triennale e Zero – di ogni realtà cittadina con musica, arti performative, cinema, architettura, arte, letteratura, illustrazione. Questa serata è dedicata al quartiere di Lambrate, da anni intento a essere distretto artistico, distretto del design e anche distretto notturno.
Ingresso gratuito previa registrazione
Programma
20.30 – 21.30 UNOLAB Dj Set
21.30 – 22.00 PEPETA
22.00 – 22.30 BENESSERE MUSICA J. LEVIS, PITO ROCCIA, MA LA, TROME
22.30 – 23.00 Chandelier Studio Showcase KOJA / Live Performance WAREZ / Live Performance Keyoshin / Dj Set
23.00 – 00.00 FU.ME ↗ Rec. Antos & Dj Vietnam Dj Set
Tra la Galleria Francesca Minini, Boccanera e ArtNoble tra gli altri, dopo le peripezie del sito del Fuorisalone più postindustriale di sempre, con la DAE da Eindhoven e barbieri-designer hipster risvoltinati e barbuti piazzati in enormi capannoni industriali, prontamente sostituiti dallo sbaraglio del clubbing à la Berlino con quelli di Opal, Lambrate è uno scenario in cui il vino naturale s’affianca alla peggio birra bevuta al bordo della strada, al cospetto alle vecchie palazzine dormitorio vestite di clincker, quelle piastrelle che tanto piacevano a Gio Ponti e che luccicano al sole come soltanto i bagni di rilievo sanno fare. C’è poi il leggendario Parco Lambro, nelle cui frasche e collinette s’agguantano di tanto in tanto festoni e sognatori psichedelici, gli immancabili sportivi che si fanno strada tra i picnickers e l’orda di skaters, a cui negli ultimi anni si sono aggiunti i freestyle di monopattino, con quei riconoscibilissimi salti a girandola – e anche il più piccolo Lambretta, dall’azienda omonima, che funziona esattamente come il Lambro ma senza freestyler e skaters. E infine il centro: la Stazione, nodo di svincolo per lavoratori, studenti e ravers, tutti indiscriminatamente affezionati alla pizza del Mundial. Insomma, con questa mescola topografica di centro-periferia è chiaro che da Lambrate si vede Milano da dentro e Milano da fuori: si canta la malinconia della città e si raddrizza la cassa nei sobborghi industriali, si cerca un benessere musicale e artistico e quell’attitudine punkabbestia e cantereccia che è prerogativa del Birrificio Lambrate in Adelchi soltanto.