
Uno spettacolo che raccoglie e trasfigura cinque testimonianze degli abitanti delle case popolari di San Siro.
MANZONI MIXTAPE. LA LINGUA DEGLI ULTIMI
Quella che gli storici della letteratura chiamano “linea lombarda” ha la sua radice in questa straordinaria esperienza: il mondo della letteratura, la società letteraria si spalanca e comincia a dare voce a un altro mondo attraversato da altre parole, un mondo che, prima di allora, trovava posto nell’arte solo nella farsa e nella commedia popolare (René Girard osserva, giustamente, che il Romanzo ottocentesco è erede più del teatro che del romanzo settecentesco): quello degli sconfitti, la periferia umana di cui nessuno aveva mai parlato. La tensione della letteratura verso oggetti periferici, parole non-letterarie, codici misti, verso il pastiche (non solo linguistico) è un carattere unico, originale e fecondo della cultura lombarda. Gli eredi del Manzoni non sono necessariamente solo scrittori e poeti: ci sono drammaturghi, cantanti, guitti. Non è soltanto il genere letterario a definire questa “linea lombarda allargata”, ma la lingua ibrida in cui cresce, conquistando via via pezzi di realtà nuovi. Di qui la nostra proposta di realizzare otto incontri a Casa Manzoni, che documentino, con la forza dei testi e con quella dei testimoni che ce li presenteranno, questo percorso.
Ci concederemo, alla fine, una domanda: questa tradizione è finita o continua? E, se continua, chi sono i suoi protagonisti? Chi ha, oggi, la forza di parlare di quel mondo – quello del disagio urbano, quello della povertà diffusa anche da noi – senza mettersi né al disopra di esso né al disotto, ma con l’umiltà e la capacità (artistica e culturale) di istar loro in pari?